XXVIII Assemblea FICLU Lucera, 12-15 aprile 2007
Presentiamo in questa sezione, una serie di documenti, relazioni ed immagini inerenti l’Assemblea Nazionale della Federazione Italiana dei Centri e dei Club Unesco 2007, tenutasi a Lucera dal 12 al 15 aprile scorso.
L’intervento del prof. Trastulli
L’intervento del prof. Trastulli durante l’inaugurazione della XXVIII Assemblea Nazionale.
L’intervento della prof.ssa Pinto Minerva
L’intervento della prof.ssa Pinto Minerva.
I documenti ufficiali
Convocazione dell’Assemblea
Programma dei lavori e precisazioni della Presidenza sul programma
Ringraziamento della Presidenza ai Club UNESCO di Lucera e di San Severo
Relazione finale della Presidenza
La galleria delle immagini
La raccolta di immagini che descrive i momenti più importanti della manifestazione.
L’interno della cattedrale di Lucera (prima metà del sec. XIV), magnifica testimonianza di arte gotica, dona al visitatore, a prima vista, un’impressione di freddezza: la vasta navata centrale e quelle laterali, suddivise da massicce e spoglie colonne, ricorda un luogo di estrema severità. Tale sensazione si attenua raggiungendo il transetto su cui si aprono l’abside centrale, dominata da una lunga lastra di pietra di m. 3,60 x 1,80 che funge da mensa eucaristica. L’enorme blocco lapideo è il centro ideale della chiesa, il luogo del sacrificio eucaristico.
Secondo la tradizione esso fu trasferito dal frate francescano B. Giovanni Vici da Stroncone nei primi anni del XV secolo da Castel Fiorentino, dove fungeva da mensa alla dimora di Federico II di Svevia. La tavola è sorretta da sei colonnine (m. 0,96) poliedriche di fine struttura, due delle quali sono di restauro, con fusti ottagonali in stile tardo romanico e forti ascendenze gotiche, di esecuzione precedente alla collocazione dell’altare, forse provenienti da altra opera distrutta. I capitelli, sontuosi e svariati, sono decorati a fogliame e portano scolpite foglie d’acanto e aquile imperiali.
Il recupero di questo insigne manufatto per usi cristiani, la continuità tra dominazioni, la volontà di trasformare quel blocco in un simbolo cristiano, dopo essere stato adibito ad usi “profani”, rappresenta l’immortalità di quella pietra, posta al centro di una basilica palatina, come a simboleggiare l’eterno, insopprimibile anelito delle moltitudini verso l’infinito.
Descrizione della mensa
(versi endecasillabi danteschi di Vincenzo Di Sabato)
Nell’arco che sale
di stile ogivale
avanti là dove
in coro si muove
liturgica voce
in stalli di noce,
s’aderge solenne
la pietra perenne.
Tre secoli or sono
divenne gran trono
la lucida pietra
che origine impetra
da tal Ferentino
ove il Corradino
col re Federico
dell’Islam amico,
empivan boccali
con dei commensali.
Del buon frate a merto
e d’altri in concerto,
Lucera n’accolse
la pietra che colse,
il süo destino
a cibo divino.
Sono ottagonali
i fusti ineguali
con dadi e filetti
d’artistici effetti;
con bei capitelli
d’ornati arboscelli.
Vi sono tra quelli
alcuni più belli.
Su quei quattro esterni
si guardano interni
i becchi d’uccelli.
Son veri gioielli.
LE COLONNE DELLA MENSA
Due colonne angolari che sorreggono la lastra di pietra hanno un capitello meraviglioso, in cui risalta una stupenda pianta d’acanto con grande foglia trilobata in ogni lato su cui è scolpita una vistosa aquila con ali staccate dal corpo, appena curvate verso il basso. Essi vanno a congiungersi sulla punta più alta del lobo centrale, e con artigli fissi ai gambi della foglia. Il becco di un’aquila s’incontra, nell’angolo, col becco di una seconda aquila, sì che i due becchi strettamente congiunti, sembrano uno. Brilla sul piccolo capo del volatile un occhio grande e spalancato, lieto d’aver in compagnia l’altra a brucare l’esca. Le foglie, come gli uccelli, sono scolpiti in altorilievo, onde sembrano staccati dal dorso del capitello sotto il quale gira un collarino di graziose trecce. Il tronco della colonna, di forma ottagonale, termina con diversi listelli, piedistallo e dado.
Le due altre colonne angolari, omogenee, meno ricche delle precedenti, presentano un abaco scolpito in giro di semplici archetti ogivali divisi a metà da sottili linee. Il capitello è composto di foglie con volute slabbrate tondeggianti verso l’interno. Tra queste si ammirano due aquile unite al dorso con ali e code, strette intorno al corpo, col petto ed il becco rivolti all’esterno sulla punta della foglia che brucano. Sotto vi sono ampie foglie trilobate e curve, inclinate verso il basso, i cui lobi esterni sono così lunghi da congiungersi con quelli dell’altra facciata. Nello spazio vuoto tra l’una e l’altra foglia c’è una fogliolina ornamentale con lobo centrale legato agli altri due della foglia sottostante. Sotto le foglie è scolpita una serie di sottili colonnine intercalate da piastrini ad angolo.
Le due colonnine centrali hanno un abaco con ai margini una semplicissima greca di piccoli cerchi ripetuti nei tre lobi uniti a ventaglio aperto.
Descrizione di due capitelli
(versi endecasillabi danteschi di Vincenzo Di Sabato)
Son düe capitelli sotto mensa
che son de l’arte speciali modelli
di forma eguali e di chioma ben dense.
In essi pompeggiando gli otto uccelli
su fusti medi e pur ottagonali,
da collarini chiusi sono e snelli
e da piedi graziosi e originali.
d’alto rilievo otto foglie lobate
grande sostegno fanno a zampe ed ali.
Queste con arte s’incontran curvate
su l’alta punta di foglie d’acanto,
mentre son tese lor code tagliate
sui grandi lobi che s’ergon accanto.
Sicuri negli artigli dan picchiate
i lunghi becchi con occhi di canto.
Di clorofilla son foglie slabrate
che hanno in figura la grande nuova esca
di piccole ostie dal gran Dio cambiate
in zampillante divina acqua fresca.
Estratto dal libro – La pietra al centro del Mondo
Presentiamo in questa sezione, il capitolo del libro “La pietra centro del mondo” dedicato all’altare maggiore della cattedrale di Lucera, realizzato dai soci Massimiliano Monaco e Antonio Cordella che hanno curato rispettivamente i testi e le foto.
Il libro è stato realizzato con il patrocinio della Federazione Italiana Club UNESCO e della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.