LE ALTRE CHIESE

 

Chiesa di San Bartolomeo Apostolo, rimonta ai primi anni del 1300 ed è oggi cappella del Convitto Nazionale “Ruggero Bonghi”, già monastero dei Padri Celestini. Di pregio l’altare maggiore, in marmi colorati, firmato nel 1739 dal marmoraro Aniello Gentile. Nella chiesa si trovano pregevoli tele settecentesche dovute al Solimena, Sanfelice, Rossi, De Mura, Cappella, Giordano, De Matteis e un prezioso reliquiario seicentesco contenente un paio di lenti a pinzetta, alcuni grani di rosario, un pezzo di porpora cardinalizia e altre reliquie di Papa Celestino V.

Chiesa di San Leonardo, La presenza dei Padri Eremiti di S. Agostino a Lucera risale agli inizi del 1300; tuttavia la fondazione del monastero e della chiesa dedicata a S. Leonardo risale alla fine del XV secolo. Il prospetto della chiesa è stato completamente ricostruito agli inizi del XX secolo. All’interno è un artistico coro ligneo di noce intarsiato (1751) e una piccola statua in pietra, attaccata al muro, dichiarata Monumento Nazionale.

Chiesa di S. Antonio Abate, costruita in età angioina e affidata all’Ordine Ospedaliero di S. Antonio Abate o di Vienne, dal nome della città del Delfinato da cui si irradiò il suddetto Ordine. L’elemento architettonicamente più pregevole dell’edificio rimane la zona absidale esterna, caratterizzata da una cupola policroma ricoperta di piastrelle in maioliche sfavillanti di diversi colori, impostata su un tamburo ottagonale, a sua volta impiantato su un cubo (probabile mausoleo saraceno). Al 1648 risalgono il campanile di gusto barocco ed altri lavori di restauro della chiesa.

Chiesa del SS. Salvatore, edificata ex novo nel 1406 da fra Giovanni Vici da Stroncone, sulle fondamenta di una chiesa così denominata sin dall’alto medioevo, a sua volta costruita sui ruderi di un tempio romano. Venne ultimata dal vicario provinciale dei frati minori osservanti Beato Tommaso da Firenze. Da ammirare all’interno l’altare di S. Pasquale Baylon e un polittico dorato in cui è inquadrata un’ampia tavola dell’Immacolata, probabilmente di Pietro Marchesi (sec. XVII). I resti del Beato Giovanni da Stroncone, giacciono murati in un pilastro in fondo alla navata laterale sinistra.

Chiesa di S. Giovanni Battista, già parrocchia angioina, col nome di S. Lorenzo, fu ricostruita nel 1558. Un’interessante facciata, delimitata da lesene, presenta nel fastigio un traforo su cui si staglia l’Agnus Dei. Degni di nota sono una piccola lastra scolpita, con ciborio e tabernacolo rinascimentale (sec. XVII) e una statua lignea raffigurante la Madonna della Misericordia (sec. XIV), rifatta nell’800, simile a quella di S. Maria Patrona venerata in Cattedrale. Le pareti della volta vennero affrescate da Giuseppe Toscani (1935) dei momenti più salienti della vita di San Giovanni Battista.

Chiesa di S. Anna (Cappuccini), sorta lungo le mura della città nel 1569 sotto il titolo di S. Maria di Costantinopoli, venne officiata dai Frati minori cappuccini. L’annesso convento fu costruito nella forma e nello spirito francescano, col materiale dei vicini monumenti romani (il tempio di Cerere e l’Anfiteatro). Completamente restaurata nelle sue linee barocche, è oggi oratorio della Casa di riposo “Maria de Peppo Serena”. Sul lato sinistro della porta d’ingresso è il monumento sepolcrale del Beato Francesco Maria da Gambatesa, morto in fama di santità nel 1865.

Chiesa di S. Lucia, figura tra le undici parrocchie erette da re Roberto d’Angiò nel 1334, nei pressi di un tempio romano. Fu ricostruita dal vescovo Giulio Monaco Carafa, prelato della Basilica lateranense (1571) e dedicata S. Maria e ai martiri Lorenzo e Lucia.

Chiesa di S. Gaetano, anticamente detta Cappella reale, edificata nella prima metà del 1700 sotto il vescovo Domenico Maria Liguoro (1717-1730) ad opera dalla famiglia Vigilante.

Chiesa del SS. Sacramento (Sacramentini), sorta in un palazzo fatto costruire agli inizi del 1500 dal nobile Falcone, barone di Palmori e Visciglieto e rimesso a nuovo dal Decurionato cittadino nel 1745, quando alcuni missionari Redentoristi vennero invitati ad aprirvi una casa religiosa ed ad istituirvi una scuola di grammatica e di umanità.

Chiesa di San Giacomo Maggiore Apostolo, costruita nel 1903 a spese dai fratelli Francesco Paolo e Baldassarre Curato, in sostituzione della fatiscente chiesetta omonima, che si dice eretta in Cattedrale dal vescovo S. Pardo nel 254 e riedificata nel sec. VIII dal vescovo Marco II. Di stile neoclassico, fu arricchita nel 1941 ad opera del pittore Luigi Torelli di 12 medaglioni raffiguranti gli apostoli e 2 quadri riproducenti la Chiamata e il Martirio dell’apostolo S. Giacomo. Del secolo XIV è la statua della Madonna della Vittoria, riproduzione angioina dell’originaria statua bizantina, di colore scuro, qui trasportata dall’Oriente per sfuggire alla distruzione iconoclasta.

Chiesa della Madonna della Spiga, edificata nel III secolo per volere del vescovo S. Pardo sui ruderi di un tempio romano dedicato a Cerere e ricostruita in stile neoclassico nel 1921, custodisce un mirabile affresco del XVI secolo rappresentante la Vergine della Spiga, dichiarato Monumento Nazionale.

Chiesa di Cristo Re, realizzata e aperta al culto nel 1964 grazie allo zelo e all’interessamento di Padre Angelo Cuomo, sacerdote della Congregazione del Murialdo con vari contributi pubblici e la generosità dei tanti fedeli lucerini, residenti ed emigrati. Le spoglie del compianto Padre Angelo (1915-1990), di cui è ancora vivo il ricordo, giacciono all’interno della chiesa, sotto una grande pietra tombale facente parte di un originale monumento sepolcrale (1992), opera dell’artista Franco Fossa.

Chiesa di San Pio Decimo, inaugurata nel 1970 e affidata ai frati minori. Di Angelo Gatto il pregevole mosaico che addobba la parete interna della chiesa, da cui emergono le figure di Cristo, S. Francesco e S. Pio X Papa. Dal 2002 è officiata da un parroco diocesano.

Chiesa di S. Maria delle Grazie, sorta a partire dal 1984 nell’omonimo rione cittadino e inaugurata nel 1992.

Chiesa di S. Francesco Antonio Fasani, sorta a partire dal 1998 nel rione “Lucera 2” e inaugurata nel 2003.

(testo di Massimiliano Monaco)