IL CENTRO STORICO: QUARTIERI E PALAZZI

IL CENTRO STORICO: QUARTIERI E PALAZZI


All’interno della scomparsa cinta di mura, chiusa fra una miriade di grandi e rinomati palazzi, che si ammirano tuttora nel loro magnifico ed intatto aspetto, si dischiude il vasto centro storico: la parte antica di Lucera che, delimitata dalla via di circonvallazione, è una delle più grandi d’Italia.
Dotato di magnifici palazzi e dimore patrizie, conservati pressoché inalterati nella loro fierezza e signorilità, a parte i grandi monumenti, è qui possibile cogliere la suggestiva presenza del tempo nelle strade lunghe e strette, nei vicoli contorti, nelle anse medievali, dominate dagli artistici portali e dai silenziosi e luminosi cortili. Osservando i muri delle case, capita spesso di scorgere epigrafi romane, fregi bizantini, leoni svevi, gigli angioini, capitelli romanici.
Qui la storia – fatta anche di stemmi di famiglie e di piccoli volti ed ornamenti, di antiche memorie gentilizie gelosamente custodite nel silenzio delle pietre, di ricordi secolari che si sovrappongono e che inesorabilmente riaffiorano dagli intonaci, o che emergono dai portali delle costruzioni più diverse – sembra ammonire il passante e ricordare l’antico passato della città.
Al suo interno aleggia un’atmosfera di storia di varie civiltà e di varie culture, come al III vico Pergola dove, nascosta nei pressi dell’austero Palazzo Bruno (nel ‘500 residenza del viceré Angelo G. Bruno Alimena), è possibile ammirare una singolare casetta cinquecentesca, merlata e con le finestre quadrate, dalle bianche e lisce incorniciature, che ha un qualcosa di solitario che fa pensare ad un’età più remota, forse anche per l’aspetto rude che le dà l’orgogliosa corona di merli. E’ questa la Lucera Minore, meno conosciuta e visitata, ma proprio per questo più suggestiva ed incantevole.
Qui il tempo sembra essersi fermato e ogni angolo, ogni corte o chiassetto è un ammirevole scorcio urbano, carico di storia, di antichità, di ricordi; le strade lunghe e strette, medievali, saracene, angioine, settecentesche, le ariose piazze, dominate dagli imponenti e artistici prospetti delle chiese gotiche, barocche, neoclassiche, confluiscono quasi tutte nell’ampia Piazza del Duomo. Questa incantevole “platea”, delimitata dalla trecentesca Cattedrale, dall’elegante Palazzo Vescovile, dall’ampio cortile a ferro di cavallo, dal Palazzo Cavalli,  con corte dotata di loggia a tre archi e da altre signorili e interessanti costruzioni (Palazzo Nocelli, Lombardi-Venditti, De Peppo-Pellegrini), lastricato con le caratteristiche basole vulcaniche, ha l’aspetto di un “salotto di pietra” ed è il centro della vita cittadina. Distinto è il Circolo Unione (1860), che qui ha sede, splendido per i suoi lampadari e fantasie decorative, carico di nobili e gloriose tradizioni civili e culturali. Anche se non è abitato come un tempo, tutto il centro storico è ben tenuto ed è stato a più riprese adattato ai moderni usi abitativi, commerciali e ricreativi.
Degne di nota sono le vie Carpentieri e Zunica, dove è possibile ammirare due tipiche costruzioni popolari, dette torrette saracene, per la presenza di singolari torri a cupola. Le due stradine, fiancheggiate da case basse e anguste, addossate le une alle altre, interrotte da luminosi spiazzi e vicoli ciechi, sono fra le più caratteristiche della città. In via Zunica si ammirano il settecentesco Palazzo Nocelli, dal superbo portale e dall’interessante androne e il seicentesco Palazzo Zunica, appartenuto alla nobile famiglia spagnola di cui porta il nome, notevole sia per ampiezza che per importanza storica. Non meno privi di interesse artistico risultano i popolari e pittoreschi rioni San Giovanni, sulle Mura e Trappeto, antichi agglomerati di case costruite a ridosso delle vecchie mura, fra Porta Foggia e Porta Croce, alle spalle di corso Garibaldi e via IV Novembre, un’arteria cardine della classica Luceria.
La piccola casbah cittadina, un tempo animata da uno sciame di manovali ed umili artigiani, si presenta in tutta la sua angusta bellezza entro un groviglio di stradine e con le caratteristiche rampe di pietra a colmare i dislivelli. Non minore suggestione presentano piazza Lecce, il vico Ciacianella, il rione Cassella ed altri quartieri umili e silenziosi, dove strade sinuose, bassi e stretti terranei, spesso chiusi entro dignitosi e vetusti palazzi, sono il risultato di una vicenda urbanistica svoltasi lentamente nel tempo secondo le più varie esigenze sociali, economiche ed edilizie.
Tra le altre dimore signorili si ricordano i monumentali Palazzo Pedone e Quaranta (sec. XVII), nell’omonima via; il severo Palazzo Bruno (sec. XVI), i vasti Palazzi Candida (sec. XVII), Valletta-Carnevale, con un severo portale e un elegante interno e D’Auria-Secondo (sec. XVII) nei pressi della chiesa del Carmine; i superbi Palazzi De Troia e Giordano-Lanza-Uva (sec. XVIII), dai ricchi interni affrescati, in via Zuppetta; il Palazzo Bonghi in via d’Amelj, dai due vasti portali settecenteschi in pietra lavorata; il seicentesco Palazzo nobiliare degli Scassa, nell’omonima via; il Palazzo De Peppo, in piazza Salandra, già sede della Corte di Giustizia e delle Carceri Centrali fino a tutto il sec. XVIII; gli imponenti Palazzo del Collegio, già convento dei Celestini, con ariosi chiostri, di cui uno di contenutissima grazia barocca e Palazzo di Giustizia (1795-1808), costruito con materiale saccheggiato, come per altri edifici coevi, dal Castello svevo, sede del Tribunale della circoscrizione di Lucera e, fino al 1923, della Corte d’Assise; il Palazzo De Nicastri, nell’omonima via, severa ed elegante dimora gentilizia del 1700, sede del Museo civico Fiorelli; i Palazzi Curato e Ramamondi, in piazza San Giacomo, il primo in stile neoclassico non privo di una certa suggestione, che è invece forte nel secondo, per secoli sede del governatore della provincia fino alla soppressione murattiana (1805); il Palazzo Mozzagrugno, dignitosissimo esempio di arte neoclassica (1832) e il Palazzo Lombardi (1702), entrambi lungo il Corso Garibaldi.

(testo di Massimiliano Monaco)