L’ARCHIVIO DIOCESANO DI LUCERA

 

DENOMINAZIONE:  ARCHIVIO STORICO DIOCESANO DI LUCERA
UBICAZIONE:
Palazzo Vescovile
DESCRIZIONE: Fondo documentario atti pubblici e privati della Curia
EPOCA: Atti dal sec. XI ad oggi

 

 

 

 

Al secondo piano del Palazzo vescovile è collocato l’Archivio storico diocesano di Lucera, che annovera un vasto e prezioso fondo documentario: atti ecclesiastici, capitolari, vescovili, parrocchiali, conventuali, confraternali; verbali e deliberazioni delle cause civili e religiose ed ogni atto pubblico e privato della Curia a partire dal sec. XI. Fondamentale miniera di notizie, l’archivio concentra gran parte del patrimonio cartaceo contenente dati, riferimenti e testimonianze indispensabili per illuminare e corredare le indagini storiche riguardanti non solo la storia civile e religiosa della diocesi, ma anche gli avvenimenti che interessarono l’intero Mezzogiorno d’Italia.

Nella Sezione diplomatica, quella più pregevole della raccolta, sono i diversi diplomi originali  contenenti le prerogative e i privilegi concessi al Capitolo e alla Città di S. Maria (Lucera) dai re angioini, aragonesi, spagnoli e borbonici, che influirono direttamente sullo sviluppo economico e sociale del circondario. Le pergamene coprono un arco di tempo che va dall’XI secolo alla prima metà del XVIII secolo, per la precisione dall’aprile 1067 al 2 febbraio 1735. Tra di esse vi sono un rescritto di Carlo II d’Angiò al Capitano della Città di S. Maria relativo al Capitolo della Cattedrale, datato 21 maggio 1304 e una Bolla dell’anno 1364 sulla concessione d’indulgenza per la festa della SS. Trinità (12 giugno) data dai vescovi limitrofi sotto il pontificato di Papa Urbano. I documenti relativi ai secoli XIV e XV, distinti tra chartæ rogate a Lucera e documenti scritti in varie località, sono più di cento. Completano la collezione le bolle vescovili per indulgenze e nomine a benefici capitolari, le bolle dell’Archidiocesi di Benevento e, tra i documenti pontifici, alcune bolle papali. Accanto ad alcuni incunabuli di valore sono infine diversi dizionari di teologia morale, come la Summa Sylvestrina di Silvestro da Prieras, O.P. († 1523) e gli atti sinodali, tra cui i due volumi del Sinodo diocesano celebrato a Lucera nell’anno 1620 dal vescovo Fabrizio Suardo e il documento originale del Sinodo diocesano celebrato dal 23 al 25 maggio 1694 dal vescovo Domenico Morelli. I lavori di interpretazione delle pergamene dell’Archivio capitolare, iniziati dal vescovo Domenico Vendola (1941-63), diplomato in paleografia, sono proseguiti e in gran parte ultimati nella loro valutazione critica ad opera del prof. Francesco Magistrale dell’Università di Bari.

Nell’Archivio capitolare, oltre ai documenti pontifici, a qualche incunabolo di valore e ai diplomi originali angioini, contenenti le prerogative e i privilegi concessi al Capitolo e alla Città di S. Maria (Lucera) e che rappresentano la parte più pregevole dell’archivio, la gran massa di carte conservate riguarda lettere di prelati e di principi, atti di ordinaria amministrazione (compravendite, donazioni, disposizioni testamentarie, nomine, ordinanze, permute, controversie, dichiarazioni di testimoni,  esecuzioni di mandati), che permettono di acquisire una ricca serie di dati utili alla ricostruzione della storia del territorio. Si tratta, nel complesso, di elementi che riguardano non solo la storia politica e religiosa della città, ma anche la toponomastica, l’uso dei pesi, monete e misure, le consuetudini e le norme giuridiche, le caratteristiche delle colture agrarie e di altre attività produttive, il processo di formazione dei diversi organismi amministrativi e giudiziari, nonché una ricca e variegata messe di altre notizie e curiosità.

Nell’Archivio storico della Curia di Lucera sono inoltre conservate le carte della soppressa diocesi di Volturara, tra cui la platea della chiesa di Volturino (1713), la platea di Castelnuovo (1715) e Castelvecchio (1742), gli atti beneficiali di San Marco La Catola (1717-1740), le Visite pastorali (1724), il Carteggio (1726) e gli inventari della chiesa di Celenza (1731) e di Motta (1731), le Ordinazioni sacre (1736-1818), gli atti matrimoniali e le Visite pastorali del sec. XVIII, gli Atti del Tribunale ecclesiastico (sec. XVIII), le Carte relative al latifondo Defensa di S. Bartolomeo in Galdo (sec. XVIII), nonché l’inventario civile della parrocchiale di Volturara (sec. XIX).

L’Archivio diocesano di Lucera è stato dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Puglia il 28 dicembre 1990; è pertanto consultabile previa autorizzazione del responsabile nei giorni e nelle ore di apertura.

Il fondo pergamenaceo del Capitolo della Cattedrale dell’Assunta, costituito da privilegi, concessioni, ordini e disposizioni regie e pontificie, strumenti notarili quali lasciti, testamenti, donazioni, legati, obbligazioni, contratti ecc., consta di 178 pergamene dall’anno 1066 al 1941, tra cui 99 pergamene della Curia vescovile (1604-1832).

Nel fondo è documentata l’amministrazione del patrimonio del Capitolo e degli enti ecclesiastici diocesani, ma accanto a questi documenti si sono andati aggregando, nel corso dei secoli, altri di provenienza diversa, quali ad esempio alcuni documenti della locale Curia vescovile, atti giuridici di privati, munimina depositati dai contraenti (o dai loro eredi) per maggior garanzia di conservazione.

Molteplici sono i soggetti produttori dei documenti compresi nei fondi pergamenacei: autorità laiche ed ecclesiastiche, centrali e locali, privati; nell’ampio arco cronologico di redazione dei documenti si può individuare una vasta gamma di tipologie documentarie e di contenuti, dalle cui schede archivistiche descrittive si trae l’indicazione della natura pubblica o privata dell’atto del quale, dove possibile, è individuata la natura giuridica o l’oggetto; nel caso di fondi dotati di strumenti di corredo sono richiamabili i relativi regesti e le trascrizioni. Molto efficaci per studi sociali e demografici si rivelano, nondimeno, i registri parrocchiali, con i loro stati delle anime.

L’Archivio custodisce i seguenti altri fondi documentari: Visite pastorali, Editti, Sacre ordinazioni, Platee, Inventari, Atti Civili e criminali (dall’anno 1302 ai nostri giorni), Atti matrimoniali, Stato delle anime, Cappelle, Confraternite, Oratori privati, Monastero di San Bartolomeo, Conservatorio delle orfane SS. Annunziata.

La serie delle Sante Visite pastorali è costituita dagli atti delle visite che gli ordinari o i vicari generali compivano nei luoghi sacri della diocesi per accertarsi che le pratiche liturgiche fossero svolte secondo i dettami e in conformità delle disposizioni pontificie e vescovili. Si collocano in un arco di tempo che abbraccia quattro secoli, dalla fine del XVI al XX secolo.

La raccolta costituita dagli editti e dai decreti emanati dagli ordinari o dai loro vicari o sostituti, come anche dai delegati apostolici che si sono avvicendati al governo della diocesi, è per la gran parte formata dagli esemplari che venivano affissi ad valvas ecclesiae, oppure da minute o copie degli stessi, provenienti sia dall’Archivio della Curia che dall’Archivio Capitolare.

La serie delle Sacre ordinazioni è costituita dai documentazione inerente le ordinazioni del clero lucerino in conformità ai requisiti prescritti dal Concilio di Trento. All’interno di ogni fascicolo si rinvengono lettere dimissoriali, attestati della carriera ecclesiastica scandita dal conferimento della prima tonsura, degli ordini minori (ostierato, lettorato, esorcierato, accolitato) e di quelli maggiori (suddiaconato, diaconato, presbiterato). Per ciascun grado è allegata la certificazione comprovante l’assolvimento degli obblighi relativi alla buona condotta, allo studio, al servizio liturgico, agli esercizi spirituali, all’immunità da censure, ai titoli patrimoniali. Per questi ultimi occorre ricordare che ogni candidato al sacerdozio, prima di ricevere la tonsura e di essere ammesso agli ordini minori, doveva comprovare il possesso di un reddito sufficiente al proprio mantenimento. Tale reddito, che costituiva il sacro patrimonio, andava sempre formalizzato tramite atto notarile.

Le platee dell’Archivio della diocesi di Lucera furono redatte a seguito delle disposizioni emanate prima da Papa Sisto V nel 1587, e poi da Benedetto XIII con la costituzione Maxima vigilantia, che prevedeva la loro compilazione per garantire una più corretta amministrazione delle istituzioni religiose. Due delle tre platee rinvenute appartengono alla soppressa diocesi di Volturara e Montecorvino.

Nel fondo Inventari sono raccolti in ordine cronologico gli inventari e i registri degli atti che la Curia lucerina inviava, riceveva o produceva in relazione all’esercizio di funzioni religiose, amministrative e giuridiche. Si deve al motu proprio di Papa Sisto V, del 1587, l’obbligo della redazione, oltre che delle platee, anche degli inventari degli atti e delle suppellettili delle Curie e dei Capitoli, al fine di garantirne un miglior funzionamento e controllo.

Tra le competenze dei vescovi vi era quella di amministrare la giustizia attraverso un Tribunale, con una Curia in grado di giudicare sia in materia civile che criminale, non solo cause e vertenze fra il clero, ma anche tra laici. A Lucera questa prassi era già in atto nel XVI secolo, tanto che l’attività propriamente giuridica ha prodotto la consistente serie degli Atti civili e criminali, per un arco di tempo che giunge al secolo XIX, allorquando la rivoluzione francese prima, e le leggi napoleoniche dopo, decretarono la fine dei Tribunali ecclesiastici. Solitamente gli atti civili (assensi, licenze, dispense, scomuniche, assoluzioni, informazioni, citazioni, monitori, riguardanti le controversie per l’assegnazione di benefici, per la divisione d’eredità, per la violazione dei diritti di proprietà, per furto) sono riferibili alla materia amministrativa, disciplinare e più specificatamente a quella della giustizia canonica e regia. Tra gli atti criminali, oltre ai processi veri e propri, sono presenti le istruttorie (informatio) tese a verificare l’accusa e la sussistenza del delitto, i mandati di carcerazione, le istanze di perdono (monitori), ecc.

 

Massimiliano Monaco