MUSEO CIVICO “GIUSEPPE FIORELLI”

DENOMINAZIONE: MUSEO CIVICO “GIUSEPPE FIORELLI”
UBICAZIONE: via De Nicastri
ANNO DI FONDAZIONE: 1905
STATO DI CONSERVAZIONE: ultimi restauri: anni 2004/2005
DESCRIZIONE:


Una sala del museoIl museo civico “Giuseppe Fiorelli” è l’istituzione più completa, la testimonianza più fedele della storia millenaria della città. Nato nel 1905 come Antiquarium  municipale per iniziativa di un gruppo di privati è intitolato all’archeologo napoletano di origine lucerina Giuseppe Fiorelli (1823-1896), una figura di eccezionale valore nella cultura storica ed archeologica meridionale, primo organizzatore di scavi sistematici a Pompei e autore di dotte monografie.
Allocato dapprima in due sale a piano terra del Palazzo municipale, ha trovato dal 1934 definitiva sistemazione nel settecentesco palazzo De Nicastri-Cavalli. La raccolta consta di diverse sezioni che coprono le fasi più significative della storia della città, a partire dalle epoche più antiche della civiltà umana: Archeologia classica, Archeologia medievale, Numismatica, Pinacoteca, Tradizioni locali e Arti minori. Ricca è la sezione epigrafica, riferita ad un arco di tempo che va dai primi secoli di Roma repubblicana al tardo Impero, fino all’epoca paleocristiana, completa di iscrizioni di carattere onorario e sepolcrale.
La sala del mosaicoImportante è la collezione litica, rappresentata da are, cippi, capitelli, frammenti marmorei, fregi e bassorilievi dell’antica Luceria, colonia romana dal 314 a.C. La collezione statuaria comprende una Venere marina di stile greco-romano, da assegnarsi all’età imperiale (I sec.), rinvenuta in Lucera nel 1872 nei pressi delle Terme di Porta S. Severo e che domina il Salone del mosaico, superbo pavimento musivo del I secolo, mirabile per la varietà delle figure e dei colori, recuperato dalle antiche Terme di Piazza Nocelli. Tra le numerosissime teste si segnalano quelle di Eracle Epitrapezio, di scuola lisippea, Cicerone, Vesapsiano e, interessantissimo, un capo giovanile dell’imperatore Federico II. Del ‘200, e quindi anteriore alle altre quattro statue conservate nelle chiese di Lucera, è una statua lignea di S. Maria, dalle delicate e morbide fattezze.
Di sicuro interesse è un’interessante collezione di armature preistoriche risalenti all’età neolitica e archeolitica. Ricca di valore è anche la collezione delle terrecotte che comprende pregevoli esemplari italo-greci e romanici, di speciale interesse per la verniciatura in nero e per la varietà di vasi.
Le raccolte ceramiche abbracciano un’epoca più vasta, da quella preromana, romana, classica e medievale. Interessantissimi i manufatti ceramici arabi che attestano l’arte musulmana nel secolo XIII: primi esempi di protomaiolica invetriata medievale, importata dagli arabi dall’Oriente e da Lucera propagatasi nell’intera Italia; eccezionali i vetri e le ceramiche cinesi della dinastia Ming, sempre importati dai Saraceni lucerini. Ma il reperto più singolare è la cosiddetta Stipe votiva del Salvatore, raccolta di manufatti fittili proveniente dal tempio di Giunone Lacinia, ai bordi degli attuali giardini comunali, rappresentanti in gran parte ex-voto in terracotta.
Tra le raffigurazioni litiche e marmoree, cospicue per numero e qualità, risaltano la testa di Alessandro Magno, quella di Minerva medica e, delicatissimo, un busto fittile di Prosèrpina (III sec. a.C.). Di particolare suggestione sono infine la ricostruzione integrale del vano cucina e del settecentesco salotto Cavalli, sfavillante di luci e ricco di raffinati tessuti, testimonianza di un gusto e di uno stile signorilmente borghesi, comuni ad un’epoca ormai lontana.

(testo di Massimiliano Monaco)