CASTELLO SVEVO E FORTEZZA ANGIOINA

DENOMINAZIONE: CASTELLO SVEVO E FORTEZZA ANGIOINA
UBICAZIONE: a nord della città (colle Albano)
EPOCA: 1233-1283
DIMENSIONI: perimetro murario di 900 metri
STATO DI CONSERVAZIONE: precario
DESCRIZIONE:


Panoramica del castello dalla parte meridionaleSorge sul Monte Albano (251 m.) e domina l’estremità superiore del Tavoliere delle Puglie, in un sito già indicato come sede della Rocca diomedea e, successivamente della Rocca romana e dell’Acropoli latina. A partire dal 1233 Federico II di Svevia vi fece erigere il suo Palatium, di cui oggi non restano che le superbe rovine, dette della Cavalleria.
Alla fine della dinastia sveva il palazzo federiciano fu assorbito dal Castrum ordinato all’architetto francese Pietro d’Angicourt da Carlo I d’Angiò il quale, sconfitti i saraceni, vi fece costruire un’ampia muraglia perimetrale dotata di 15 bastioni quadrangolari, 7 torri pentagonali e due maestose torri cilindriche che inglobarono il fortilizio federiciano: una detta del Leone o del Re, snella e semplice, l’altra detta della Leonessa o della Regina, più superba (25 m.), bugnata nella parte inferiore, munita di gattoni e di merli. Con i lavori di riadattamento e di consolidamento (1269-1283), i motivi artistici e le esigenzeVeduta del castello dalla città difensive della Fortezza si composero tanto armoniosamente che ne risultò un edificio notevole per eleganza di costruzione e ricchezza di elementi decorativi: un’ammirevole e poderosa costruzione pentagonale, lunga 900 metri, che racchiude un’area di circa 8 ettari, dalla quale si aprono quattro porte gotiche in pietra da taglio lavorata: la porta di Fiorentino, di Guardiola, di Troia e, la principale, di Lucera.
Sul lato rivolto alla città la scarpata affonda in un largo fossato, dove, secondo la tradizione, si apriva l’accesso ad una segreta galleria sotterranea, adducente al centro della città, fin sotto un pozzo detto dell’Imperatore.
I resti del Palatium di Federico IISempre dalla porta principale si accede alla città per mezzo di un ponte che supera il fossato. Vera miniera archeologica, all’interno della fortezza sono visibili tracce delle diverse epoche, dal neolitico al periodo romano, dall’epoca sveva a quella angioina e aragonese. Buona parte della costruzione crollò in seguito al grave sisma del 1456. Nel 1871, dopo secoli di scempi e di depredazioni, l’intero complesso è stato dichiarato Monumento Nazionale.

(testo di Massimiliano Monaco)