LA CINTA MURARIA: LE PORTE

LA CINTA MURARIA: LE PORTE

Alla prima fase della colonia latina di Lucera si attribuiscono con certezza solo le mura, costruite in blocchi regolari di pietra arenaria, delle quali è visibile un tratto nell’area antistante il cimitero. il recinto murario di Lucera era esteso poco meno di 5 miglia romane (6680 m.) e si sviluppava ben al di là del nucleo urbano. Le mura si adattavano al profilo orografico con un disegno irregolare, racchiudendo non solo l’abitato, ma tutta l’area vitale per la città. La muraglia difensiva era interrotta da quattro porte, con a nord la Porta Sacra, (dal nome della collina omonima), sulla via per Teanum Apulum; a sud la Porta Ecana, rivolta verso Aecae (Troia); a sud-est la Porta Arga, verso Arpi e a nord-ovest la Porta Albana, fra le colline del Belvedere e del monte Albano. Abbattute queste nell’ anno 663 a seguito della distruzione bizantina, alla fine del VII secolo, con la ricostruzione longobarda le nuove mura, restringono di molto il perimetro cittadino, formano un tracciato più regolare e aderente all’effettivo sviluppo dell’abitato. Molto più corto di quello classico (da cinque miglia a un miglio e mezzo), il perimetro murario altomedievale registra l’arretramento della Porta settentrionale, che da Porta Sacra (nei pressi dell’attuale Cimitero) diviene Porta San Severo e della Porta Arga (attuali Porte Vecchie), che diventa Porta Foggia, e l’apertura di una nuova porta nel casale S. Jacobi (Porta San Giacomo). In età sveva robuste mura circondano e proteggono nuovamente la città. In età angioina la monumentale Porta Troia viene restaurata secondo la tecnica delle bugne rettangolari (1272) e la cittadella militare riedificata sul colle Albano è collegata alla città attraverso la Porta Casalis Novi, che nella prima metà del ‘700 assumerà la denominazione di Porta Croce. La cruenta depopulatio dell’anno 1300, con la distruzione di mura, fossati, torrioni e porte, lascia nuovamente Lucera sfornita di opere di difesa muraria, fino a che re Roberto d’Angiò, con diploma del 17 2.1341 ne ordina la ricostruzione.
Questa fu successivamente migliorata nel 1375 e nel 1510 a spese degli abitanti. Intanto Porta Albana (nei pressi degli attuali giardini comunali) diventa Porta S. Antonio Abate. Nel ‘600 fra Agostino Mattielli da Stroncone trova la città di Lucera “grande e di giro circa tre miglia tutta circondata di muri; torrioni ad ogni 50 passi, ma però all’antica”. Agli inizi dell’800 la cintura muraria e le porte angioine sono ancora in piedi e nel 1842 la Porta di Foggia, pericolante, viene abbattuta e ricostruita. Ma nel 1855 motivi igienici e di transito, uniti alla totale inutilità dell’ormai fatiscente perimetro murario, portano il Consiglio comunale a dare avvio all’abbattimento delle poche e cadenti mura che ancora circondavano l’abitato e dei varchi di Porta S. Antonio Abate, Porta San Severo e Porta Croce, demoliti tra il 1859 e il 1860.

(testo di Massimiliano Monaco)