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LA QUERCIA DI SANTA JUSTA

La quercia cosiddetta di “Santa Justa” è un albero secolare di circa 900 anni che si trova a 5 chilometri da Lucera, in località “Fontanelle”. L’albero è rigoglioso ed è censito come pianta di notevole importanza dal punto di vista storico, culturale e ambientale. Esso ha un’altezza di 30 metri e una circonferenza del tronco (misurato a 1 m. da terra) di 6,30 metri.
La quercia di Santa JustaUna tradizione orale vuole che all’ombra di questa quercia riposava già l’imperatore Federico II, morto nel 1250, quando l’albero aveva già più di cento anni. Nel 1936 la quercia è descritta anche dallo scrittore locale Gaetano Pitta nel romanzo Santa Justa, ambientato all’interno della colonia saracena di Lucera, subito dopo la sconfitta di Manfredi e la resa della città a Carlo d’Angiò. La leggenda di Santa Justa riproposta dal Pitta, da cui prende anche il nome la quercia secolare, esalta una figura eroica, trasmessa dalla tradizione popolare attraverso i secoli, che ha affascinato intere generazioni di lucerini. Pitta riprende la leggendaria storia e nel suo romanzo descrive le vicende del cavaliere «giusto», diffondendone la figura in un contesto non solamente locale.
Un particolare: il troncoSoggetto dell’opera sono le avventure del Marchese Federigo da Montecorvino, il quale, dopo la disfatta degli svevi, opera in difesa dei deboli e degli oppressi dagli angioini. Santa Justa è un cavaliere discendente da una nobile famiglia, di probabile origine normanna, che aveva legato le sue sorti a quelle del casato degli Hohenstaufen, giurando fedeltà agli imperatori Federico II e Manfredi. Dopo la sconfitta di Benevento si rifugia insieme ai suoi fedelissimi nella città di Lucera e, dopo la resa degli Svevi agli Angiò è costretto a fuggire e a nascondersi nei boschi che, rigogliosi, circondavano la città. Da qui, alla testa di un nutrito gruppo di saraceni e di alcuni cristiani, assale e depreda le carovane dei signori francesi che opprimono il popolo lucerino. Ma è sua consuetudine, prima di rilasciare gli ostaggi, spogliarli dei loro beni, contrassegnarli con il taglio del lobo di un orecchio e distribuire il ricavato tra i poveri. La leggendaria vicenda dell’eroe Santa Justa ricorda il ben più famoso racconto di Robin Hood, personaggio esaltato dalla letteratura inglese che alla fine del secolo precedente animava i sogni del signore di Nottingham e la vita di quella contea.

(testo di Massimiliano Monaco)

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