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(22-1997) AREE ARCHEOLOGICHE DI POMPEI, ERCOLANO E TORRE ANNUNZIATA

Nel 62 d. C., un disastroso terremoto colpì Pompei ed altre città campane. La ricostruzione non era ancora ultimata ed alcuni monumenti erano ancora in stato di rovina, quando, il mattino del 24.8.79, il cono vulcanico del Vesuvio esplose con terribile violenza, ricoprendo di cenere e lapilli tutta la zona circostante.
Pompei fu sotterrata da uno spesso strato di cenere vulcanica, mentre Ercolano scomparve sotto una coltre di fango e di detriti vulcanici, spessa diversi metri. Assieme a queste due città anche numerose ville romane, nei dintorni, sparirono sepolte dai materiali dell’eruzione.
La città di Pompei, la cui origine risale al VI secolo a. C., passò, dopo fasi alterne, sotto il definitivo controllo di Roma nell’80 a. C. come colonia con il nome di Cornelia Veneria Pompeianorum; Ercolano, invece, dovette sottomettersi con il titolo, meno prestigioso, di Municipium.
In questi siti ritroviamo tutte le diverse tipologie della città romana: la villa lussuosa, le case, gli appartamenti, le botteghe, i luoghi pubblici, il foro e le strade, ma anche elementi d’arredi (utensili ed oggetti superflui) che indicano in modo dettagliato la vita di una città imperiale, ricca e popolosa.
Giudizio per l’iscrizione: “Il Comitato ha deciso d’iscrivere tale area sulla base dei criteri culturali (II) (IV) (V) considerando che gli straordinari reperti delle città di Pompei, di Ercolano e delle città limitrofe, sepolte dall’eruzione del Vesuvio del 79 d. C., costituiscono una testimonianza completa e vivente della società e della vita quotidiana in un momento preciso del passato, e non trovano il loro equivalente in nessuna parte del mondo”.

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