(21-1997) MODENA: CATTEDRALE, TORRE CIVICA e PIAZZA GRANDE
La storia di Modena, tra l’XI ed il XII secolo, si articola intorno a tre importanti istituzioni: la celebre abbazia benedettina di Nonantola, il vescovado e la dinastia dei Canossa, all’epoca la più potente famiglia nobiliare dell’Italia centrosettentrionale. Situata nella Pianura Padana alla confluenza tra la Via Emilia e la strada che conduce al valico del Brennero, Modena fu una florida città romana, definita da Cicerone fermissima et fortissima. Nel IX e X secolo approfittò dell’indebolimento imperiale per ritagliarsi ampi spazi d’autonomia. La sua cattedrale è un esempio significativo dell’architettura medievale; progettata da Lanfranco, fu decorata da Wiligelmo e dai maggiori artisti dell’epoca, che, con la loro opera, offrirono importanti fonti d’ispirazione a tutti gli scultori, loro contemporanei, sia italiani che francesi. La facciata principale, con le figure dei profeti nel portale maggiore e quelle ispirate a storie della Genesi nei rilievi, non servì soltanto da modello per le altre porte della Cattedrale, realizzate da discepoli di Wiligelmo, ma fu anche preso ad esempio per la scultura italiana dei secoli successivi.
Giustificazione per l’iscrizione nella lista del Patrimonio dell’Umanità: “Il Comitato ha deciso d’iscrivere tale bene sulla base dei criteri C (I) (II) (III) (IV) considerando che la creazione di Lanfranco e Wiligelmo è un capolavoro del genio creativo umano, che imposta un nuovo rapporto dialettico tra l’architettura e la scultura nell’arte romana. Il complesso modenese è una straordinaria testimonianza della tradizione culturale del XII secolo, ed un esempio eminente di un complesso architettonico i cui valori religiosi e civili sono riuniti in una città cristiana del Medioevo.